sabato 25 ottobre 2014

Nessuno si salva da solo - Recensione.

"E' maestra l'autrice nel raccontare l'incrinarsi della perfezione, l'inacidirsi delle gioie, lo sfarinarsi progressivo dei sentimenti." - Corriere della sera.

 Delia e Gaetano si erano cercati. Neanche loro sanno quanto tempo hanno passato a cercarsi, tra la gente, a cercare quello sguardo, quel trascinarsi sui propri problemi e le proprie malinconie. Ma poi si erano trovati, 'due puledri bagnati che si erano tirati su' e avevano iniziato a vivere insieme. A crescere, maturare. Si aggrappavano l'uno all'altro, Delia alle braccia di Gaetano, Gaetano alla mente di Delia. Un amore che poteva anche guarire dall'odio per se stessi, da quell'anoressia che ti mangia dentro fino a lasciarti solo le ossa. Perché Delia di problemi ne ha avuti tanti. Ha rifiutato il suo corpo e il cibo, credendo di poter dominare se stessa. E Gaetano, con quello sguardo da cane bastonato, con le notti passate a cercare di cavare qualcosa da quei suoi scritti, con il suo camion su e giù per l'Italia, per il mondo, a ricoprire distanze.
'Ritrovarsi, una questione di un attimo', come direbbe Baricco, e la loro vita aveva preso a funzionare nel modo giusto. Sensazioni, emozioni paradisiache. L'amore fatto nei posti più impensabili. E poi il matrimonio, i figli.
Ed è difficile credere che sono gli stessi che ci vengono raccontati nelle prime pagine. E' difficile pensare che possano aver inglobato dentro di loro tutto quell'odio, quell'astio, quel rancore che caratterizzano l'inizio del romanzo. Un romanzo crudo, tagliente, ma più che mai reale. Ed è giusto dire che è angosciante: perché racconta la realtà. Racconta la storia del mondo di oggi: coppie che si sfasciano, persone che non si riconosco più, che si sputano addosso giudizi e cattiverie. La Mazzantini, senza concedere a nessuno addolcimenti o sconti di pena, ci pone davanti alla bassezza degli uomini, davanti alle loro passioni e i loro sentimenti quasi bestiali. Faccia a faccia con quello che abbiamo sempre nascosto anche a noi stessi.
Delia e Gaetano, due persone tanto sole e tanto innamorate, che adesso non si riconoscono più. Come è possibile? 'Quand'è che le cose si sono incrinate?' Quando si sono messi davanti ad uno specchio pulito, non appannato, e si sono guardati. Di colpo hanno visto tutti quegli spigoli che per anno avevano limato, nascosto, fatto finta di non vedere. Hanno visto i loro difetti, la loro banalità, l'essere stupidi... mortali.
E si sono schifati. Di colpo tutto quello che prima amavano di loro, quegli occhi che chiedevano pietà, quell'amarsi tra il disordine, quei drammi adolescenziali, diventa insopportabile.
E porta allo sfascio.
E' sbagliato, secondo me, dire che la Mazzantini in questo romanzo è caduta in uno dei clichè più frequenti quando si parla di divorzi: la colpa è dei figli. A mio parere la Mazzantini usa i figli come tramite, come strumenti che hanno fatto accadere l'inevitabile: lo scontro con la realtà. Una realtà che non risparmia nessuno.
Ma, alla fine, sembra quasi che ci possa essere una sorta di redenzione. Un ritorno all'origine. Una speranza.
Perchè se 'nessuno si salva da solo', allora qualcuno può aiutarci a salvare noi stessi. Può trarci fuori dal nostro schifo.

Voto: 

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