domenica 1 maggio 2016

La morte di Virginia


sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che nessuno avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai, lo so. Vedi, non riesco neanche a scrivere come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se qualcuno avesse potuto salvarmi, saresti stato tu. Tutto se n’è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi.
(Virginia Woolf)

La morte di Virginia, pubblicato da Lindau Edizioni, fa parte della serie di libri autobiografici che Leonard Woolf scrisse prima di lasciarci. A parlare non è l'autore di successo o il marito di una delle più grandi e meritevoli scrittrici della letteratura del novecento mondiale, bensì un uomo desolato e disperato che, alla fine della sua vita, decide di ripercorrerla cercando di vedere che cos’è rimasto. E cosa è rimasto, di quell’esistenza senza Virginia? Che cosa c’era, prima della sua scomparsa? Il panorama è agghiacciante: si scorge solo tanta crudeltà, tanto dolore, tanta morte. La guerra imperversava e non guardava in faccia nessuno. I soldati sparavano sugli uomini quasi fossero dei bersagli inutili e insignificanti in un gioco da fiera. Il popolo soffriva, atterrito, alzandosi di giorno in giorno con la consapevolezza che poteva essere il momento in cui avrebbero abbandonato questa terra. Tutta l’umanità sembrava quasi in preparazione a quel momento tragico e drammatico che avrebbe segnato il suicidio di Virginia Woolf. Una morte che non riguarda solo Leonard, ma l'umanità intera, perché si inserisce in un preciso momento storico e sociale che coinvolge tutti: la guerra, con i suoi feriti, i  suoi soldati, con la paura di perdere la vita e i suicidi per scappare dalle mani dei tedeschi. E, più di ogni altra cosa, con la cattiveria umana. La stessa che spinge a comportarsi come bestie e abita negli uomini privi della humanitas latina: uomini spietati, insensibili, volti solo alla propria affermazione. Lo stesso modo di vivere che - dice Leonard - faceva parte del periodo antecedente al Rinascimento, in cui non esisteva un io dentro alle persone, niente che li rendesse unici o gli desse importanza. Erano - e siamo - solo pedine in mano a abili e malvagi giocatori. Giocatori che non giocano con dadi, ma con vite umane; che non badano a sentimenti, ma rimangono duri e freddi davanti al dolore.
Il libro si snoda per quello che, effettivamente, è: un’autobiografia. Ma si rivela essere molto di più: un trattato, a volte, o un diario. Un diario di quelli intimi, che nascondi sotto il cuscino dopo averlo chiuso a chiave e conservi come un prezioso tesoro. Il diario che racconta l’anima apparentemente dura ma profondamente fragile di un uomo che, nel momento in cui doveva salvare qualcosa, si è rivelato impotente. Impotente esattamente come lo è davanti alla crudeltà umana, rimanendo così a guardare le cose che si stavano dissolvendo senza poter cambiare nulla. Leonard, Virginia, voleva salvarla. Voleva disperatamente darle tutto quello di cui poteva avere bisogno. Ma non ce l'ha fatta. Forse proprio perché, per quanto possiamo cercare di aiutare gli altri o cambiare il mondo, c'è sempre qualcosa davanti al quale dobbiamo fermarci: il libero arbitrio, la consapevolezza delle proprie scelte. E' per questo che La morte di Virginia è un meraviglioso, intenso e sorprendente libro sul dolore, il male di vivere, l’essere privati della libertà e i ricordi. Consigliato a tutti quelli che si vogliono fare male. 

1 commento:

  1. Ciao! Per ora di Virginia Woolf ho letto ed amato fortemente il saggio "Una stanza tutta per sè" e da quel momento provo una grandissima curiosità per quanto riguarda la sua biografia, questo titolo sembra molto interessante!

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