venerdì 20 maggio 2016

Un amore mai confessato - Il posto, Annie Ernaux

E' una domenica mattina quando il padre di Annie Ernaux emette un ultimo gemito straziante prima di lasciare questa terra. Il mondo, intorno, sembra continuare come sempre. Il negozio va avanti, le persone vivono nel loro ritmo frenetico e incalzante. Ma Annie si ferma. Prende un respiro e una penna. E scrive. Scrive perché deve mettere in ordine le cose e sentire - per sentirsi - quello che c'è in quel cuore che così freddamente sembra aver reagito alla scomparsa del papà. Scrive perché è l'unica forma di catarsi possibile, l'unico mezzo per andare a fondo in quel pozzo di sentimenti nascosti. Perché forse solo così potrà riscattare una vita in cui tutto sembrava distante e lontano e inaccessibile. Ci racconta quest'uomo, A.D., che più che padre si dimostra in queste pagine un essere umano in tutto e per tutto: ha vissuto, ha lavorato, si è sposato e ha cercato di sopravvivere a quella vita che ti mette di giorno in giorno i bastoni tra le ruote, senza trascinarsi. E poi, ad un tratto, semplicemente - come tutte le cose - è andato via. 
Ma dietro all'apparente insignificanza di una vita come questa, vi è molto di più: la terribile scoperta di qualcosa che ti è stato strappato o è volato prima che tu potessi afferrarlo pienamente, il rincorrersi nei giorni di due anime che per quanto legate erano distanti, la storia di un padre e una figlia - di tutti i padri e di tutte le figlie. Sì, perché la storia di Annie riguarda tutti noi - noi che per anni ci siamo chieste cosa ci possa essere dietro l'apparente maschera che ogni giorno i nostri genitori indossano e che a tratti sembra calare, noi che viviamo forse con degli sconosciuti e abbiamo paura che il tempo scada prima di poterli vedere per come sono - e serve quasi da monito: un grido strozzato e disperato. Vivete chi avete intorno. Nei ricordi, nella memoria di chi ha perso il proprio padre, c'è l'universale e tragico dolore di un'umanità intera che cerca miseramente di tenersi con le unghie e con i denti aggrappati a qualcosa che forse in fondo è solo un'illusione. Questo asciutto e febbrile diario di una morte e di quello che accadde prima non è altro che un tentativo - sicuramente non vano - di ottenere qualcosa da quel passato che non si vuole lasciare andare. Un modo per strappargli quello che sappiamo appartenerci, forse, o semplicemente di redimersi e acquietare le proprie tempeste interiori. Il risultato è stupefacente quanto doloroso: un'opera che in raffinatezza, semplicità ed eleganza narra l'amore mai confessato di chi da sempre continua a guardarti dietro ad un vetro. 

2 commenti:

  1. Ciao Rebecca, la tua recensione su questo libro è assolutamente meravigliosa. Sei riuscita a farmi venire le lacrime agli occhi perchè anche io, così come Annie, ho perso mio padre da quasi 9 anni e mi rendo conto solo ora, giorno dopo giorno, che forse non l'ho conosciuto davvero. Forse, se avessimo avuto più tempo, le cose sarebbero andate diversamente; avremmo potuto conoscerci meglio e apprezzarci di più. Approvo in pieno questo monito di "vivere chi abbiamo intorno": bisogna goderne in ogni attimo e ringraziare ogni giorno per quei momenti. Grazie di cuore.

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    1. grazie a te Manuela per avermi letta e avermi regalato questo piccolo pezzetto di vita. sei nel mio cuore. un abbraccio <3

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